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Violenza di polizia, memoria corta del “popolo” e necessità di tenere al sicuro tutti. Anche gli sbirri!
Si parla di pistola elettrica, ma non dimentichiamo organici, addestramento e altre dotazioni e, soprattutto, una riforma per avere una sola polizia

di Lorenzo Borselli*

“En FRANCE on ne respecte pas les policiers, alors qu'à
l'étranger ceux ci sont reconnus. Même si
quelquefois ils font des erreurs, mais qui n'en a pas fait
dans sa vie, levez-vous...”

“Ginette Mailliet-Bécasset”, cittadina francese.

Commento pubblicato su Facebook l'8 gennaio 20151

Non è la prima volta che ci occupiamo di violenza di polizia: il clima è caldo, soprattutto negli Stati Uniti e anche in Italia si comincia a parlare di pistola elettrica e di altri strumenti. I recenti fatti di Parigi hanno senz'altro spostato l'attenzione politica su questioni diverse, ma faremmo un madornale errore se pensassimo di poter rinviare la soluzione del problema. Esiste, infatti, una parte di Paese che considera attivo, in Italia, un “laboratorio sulla repressione sociale”2, ma noi sappiamo benissimo che non è così: garantire la sicurezza della popolazione è un mestiere problematico e spesso pericoloso, soprattutto per le divise e le polemiche quando qualcosa va storto (perdonateci se usiamo questo eufemismo), sono sempre a senso unico...

>LEGGI L'ARTICOLO

 

da il Centauro n. 182


Un articolo per farci riflettere... (ASAPS)

 

 

Giovedì, 05 Marzo 2015
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