Mettono in tasca migliaia di euro fingendo incidenti con i bus di Umbria Mobilità
Non si aspettavano che quel business messo in piedi in pochi mesi si sgretolasse come un castello di sabbia. Avevano, infatti, studiato tutto nei minimi dettagli con la speranza di farla franca e arricchirsi in poco tempo. A finire davanti al giudice in tutto 3 persone che adesso dovranno rispondere, a vario titolo, di falsità in scrittura privata e truffa in concorso. A costituirsi, invece, parte civile nel procedimento Umbria Mobilità.
La storia è semplice, il meccanismo adottato alquanto complicato. Come si legge nel capo d’imputazione i truffatori avrebbero con “false testimonianze finto degli incidenti stradali con gli autobus di Umbria Mobilità”, riuscendo a mettersi in tasca le liquidazioni dell’indennizzo. Tradotto: gli imputati avrebbero preso le generalità delle persone finite in mezzo alla vicenda senza saperlo su alcuni database, finto i sinistri e messo in tasca i soldi.
Allegati al capo d’imputazione tutti i casi in cui si sarebbe applicata la truffa con risarcimenti che vanno dai miseri duecento euro, che poi tanto miseri non sono, ai mille euro tondi, tondi. Ad essere tirata in ballo non solo Umbria Mobilità, ma anche Unipol e tutte le persone che hanno “usato” per fingere i falsi incidenti. Ma il caso sembra essere destinato ad andare per le lunghe, dato che tutto sarà rimesso nelle mani del pm per una riqualificazione del reato.
Ancora, ma allora qui è tutta una truffa! (ASAPS)