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Rassegna stampa Alcol e guida del 27 febbraio 2008

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

In fondo alla rassegna potete trovare il programma di un Corso Monotematico per servitori insegnanti di Club organizzato dalle Arcat Lombardia e Campania.

LA STAMPA

Pericolo giovane
Allarme alcol fra gli under 18: bevono troppo. E crescono le infezioni di origine sessuale
MARCO ACCOSSATO
TORINO

Gli adolescenti piemontesi bevono troppo. E lo fanno per puro sballo, per ubriacarsi: «binge-drinkers», secondo un’etichetta made in Usa. L’allarme arriva dal V Osservatorio sulla salute degli italiani presentato ieri a Roma. Lo spaccato che ci riguarda è una raccomandazione ai genitori: «Non abbassate la guardia sui vostri figli». Perché anche sul fronte del sesso, per molti, sono più i rischi del piacere: crescono in tutte le province piemontesi le infezioni a trasmissione sessuale, sifilide e gonorrea in testa.
Non sarà ancora «gioventù bruciata». Ma in pericolo sì. Così dice, degli adolescenti piemontesi, il bilancio firmato dall’«Osservatorio sulla salute nelle regioni italiane» presentato ieri a Roma. Lo spaccato piemontese del quinto rapporto nazionale (frutto del lavoro di 287 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti distribuiti su tutto il territorio italiano) rivela che la nostra salute è buona, che l’assistenza ospedaliera e il filtro territoriale sono il fiore all’occhiello del Piemonte. Dice anche che il nostro girovita è lontano dall’obesità e dai chili di troppo, e non eccediamo neppure nell’uso dei farmaci. Ma con l’alcol i nostri figli esagerano decisamente.
E lo fanno per ubriacarsi, solamente per quello. Puro sballo: binge-drinker, per dirla all’americana.
C’è un allarme nell’allarme: sono le ragazze a lasciarsi andare di più, col bicchiere in mano, e lo si capisce chiaramente dal confronto delle percentuali: tra gli 11 e 18 anni le giovani piemontesi che si ubriacano volontariamente sono il 6,2 per cento di tutte le coetanee. Mentre la media nazionale è del 3 per cento. Cercano l’esaltazione con aperitivi e mix superalcolici, e - come se non bastasse - stanno poco attente con il partner: rispuntano e crescono, in tutte le province piemontesi, le infezioni a trasmissione sessuale, sifilide e gonorrea in testa.
Anche l’Aids, evidentemente, non fa abbastanza paura: «Il Piemonte - si legge sul rapporto dell’Osservatorio - presenta un’incidenza piuttosto elevata: il tasso era già del 2,6 per 100 mila abitanti nel 2006, rispetto all’1,7 della media nazionale». Un dato allineato alla situazione nel resto del Nord-Ovest, ma più alto se paragonato al centro e Sud Italia.
Quando l’alcol non basta, ed eccedere è diventato quasi uno stile di vita, l’altra minaccia si chiama cocaina: «In base ai dati 2003-2005 dei Sert - spiega la professoressa Roberta Siliquini, ordinario di Igiene all’Università di Torino - registriamo, sul consumo di cocaina, la conferma della fotografia già scattata negli scorsi anni, con dimensioni e dati sempre più preoccupanti».

Tenere alta la guardia
Non abbassare la guardia. E’ l’invito che l’Osservatorio lancia implicitamente alle famiglie piemontesi. Non abbassare la guardia neppure quando i figli escono dal bar o dall’enoteca e passano al volante: l’indice degli incidenti stradali in Piemonte raggiunge il 3,4 per mille rispetto alla media italiana, che sfiora quota 4 per mille. Dato positivo? Macché. «In Piemonte gli scontri sono mediamente più gravi, con conseguenze più drammatiche».

Poco fumo, tanto sport
Consoliamoci con lo sport. Un buon numero di piemontesi - giovani e non - pratica regolarmente un’attività fisica. I sedentari accaniti sono in percentuale decisamente inferiore, rispetto alla media nazionale. Tra gli stili di vita da mantenere c’è anche la non abitudine al fumo: sotto i 14 anni hanno il vizio della sigaretta «solo» 20 ragazzi su cento. Una percentuale che altrove è decisamente più alta


L’ECO DI BERGAMO

«Brutta bestia l’alcolismo, adesso dobbiamo farlo capire anche ai giovani»
Concluso il corso, i mediatori pronti a intervenire
Hanno cominciato a conoscersi a metà gennaio e ora sono pronti a scendere in campo i 40 mediatori culturali, soprattutto sudamericani, che hanno preso parte al corso Alcol: sai cosa bevi. L’alcol e la comunità sudamericana a Bergamo. Quali azioni di prevenzione e aiuto promosso dall’Asl e dal Comune di Bergamo insieme alla missione Santa Rosa da Lima. Obiettivo del corso avvicinare gli stranieri sui temi legati all’abuso di alcol per formare dei mediatori culturali che facciano da ponte tra i servizi sanitari del territorio e le culture di provenienza.
Pronti via, dunque, e dalla teoria formativa si passa alla pratica sul campo: al Centro San Lazzaro giovedì scorso i partecipanti al corso, che si è concluso l’8 febbraio ed è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione della Comunità bergamasca e della cooperativa sociale Migrantes, hanno ricevuto l’attestato di frequenza e si sono subito rimessi al lavoro per pianificare le prossime azioni sul territorio.
«Azioni che consisteranno nell’organizzare incontri con la popolazione su temi specifici, in particolare sul trattamento assistenziale, sulle donne e la famiglia e sulla guida – ha spiegato Andrea Noventa, responsabile dell’area prevenzione del Sert di Bergamo –. Questa sera cominciamo con l’identificare dei gruppi di ascolto che, coordinati dal mediatore Ruth Cuevas, avranno la funzione di gestire i corsi e di mettere in contatto le persone e le famiglie con problemi legati all’abuso di alcol».
Mentre questi prossimi incontri tematici sono ancora in via di definizione, sul lato pratico invece è già nato il primo Cat (Club degli alcolisti in trattamento) straniero, che avrà sede al Centro sociale della parrocchia di Sant’Alessandro e sarà formato soprattutto da latinoamericani. «Ci troveremo la prima volta tra circa 15 giorni – ha spiegato Cuevas –. Invitiamo tutti gli stranieri, non solo sudamericani, a venire anche solo per parlarci dei loro problemi. Intanto, sabato al Centro San Lazzaro la comunità peruviana organizzerà una cena, rigorosamente senza alcolici. Sarà un momento di festa e l’occasione per far vedere che si può stare insieme e divertirsi senza bere».
«Oltre a coinvolgere le persone delle comunità e a stimolare il dialogo con le associazioni avvieremo una campagna di informazione su tutto il territorio – ha aggiunto don Mario Marossi, della missione Santa Rosa da Lima –. Distribuiremo degli opuscoli informativi sui rischi dell’alcol, in particolare sul problema della guida in stato di ebbrezza, nei luoghi d’incontro della città. Ora dobbiamo insistere con la sensibilizzazione sul campo e ci rivolgeremo soprattutto ai giovani e alle donne».
Tra i partecipanti al corso, le donne erano infatti circa la metà. Monica Procel, ecuadoriana di 47 anni, è convinta di poter dare una mano alla sua gente: «Ho già seguito dei corsi per mediatori culturali ma questo è stato molto interessante. Anche io ho avuto problemi in famiglia e oggi l’abuso di alcol è un problema diffuso tra la mia gente. Ora tocca a noi che dovremo educare e formare le nuove generazioni».
Marco Offredi


LA SICILIA

Alcol e droghe, ecco il kit per non morire
"Un alcoltest per la vita", al fine di consentire a ciascuno di accertare, prima di mettersi alla guida di un mezzo, il proprio tasso alcolico. L’iniziativa è della Polizia Stradale di Ragusa e dell´Ausl 7 e consente nel mettere mette a disposizione dei cittadini i kit Alcoltest, cioè dei precursori monouso per misurare il proprio tasso alcolico.
«L’idea è partita dalla constatazione che la maggior parte degli incidenti "autonomi" aveva origine o nell’alcool o nell’uso di droghe da parte dell’automobilista - spiega il manager dell’Ausl 7 Fulvio Manno -. A questi vanno aggiunti, ovviamente, tutti quegli incidenti finiscono con il coinvolgere altri automobilisti "incolpevoli"». Il dato è allarmante se consideriamo che il fenomeno incide maggiormente nelle fasce d’età fra i 18 e i 30 anni, in un mondo giovanile che ritiene "l’evasione" dal reale un diritto e che l’alcool o le droghe siano le lime in grado di segare le sbarre di questa "prigione". Il problema sanitario nasce subito, non solo per il fatto traumatico, immediato, dagli esiti a volte infausti, quanto per l’uso di sostanze chimiche che distruggono il fegato e il cervello in maniera massiva e irreversibile.
L’impegno dell’Azienda sanitaria, che considera le risorse impiegate nella prevenzione come un positivo investimento a lungo termine, è stato importante. Solo l’anno scorso sono stati acquistati e affidati in comodato d’uso alla polizia stradale di Ragusa cinque "precursori", che sono in grado di individuare gli automobilisti che hanno superato la soglia minima di alcool nel sangue e che poi devono sottoporsi al test alcolimetrico e l’acquisto di 15.000 alcol-test monouso che sono stati distribuiti in varie occasioni. L’Azienda ha anche organizzato a Ragusa, il 25 ottobre dell’anno scorso, un convegno sul tema: "Alcol, droghe e guida", in collaborazione con le più importanti istituzioni della provincia, quali l’assessorato alla Solidarietà sociale della Provincia regionale, la Prefettura, la Questura, la polizia stradale, il Provveditorato agli Studi, la Motorizzazione, l’Aci, l’Associazione "Dario Nicosia", gli Alcolisti anonimi, il Motoclub e le associazioni dei gestori dei locali notturni, che ha visto a confronto importanti contributi, ognuno per le proprie specifiche competenze. «Alla fine - conclude Manno - bisogna che si comprenda che la vita è un’occasione unica e preziosa, che non può essere messa in gioco per una posta futile quale, ad esempio, quella di sconfiggere la noia».


IL GAZZETTINO (Treviso)

Revoca a vita della ...
Revoca a vita della patente per chi guida in stato di ebbrezza, maggior controllo, ma soprattutto collaborazione fra tutti i rappresentanti della società civile affinché si crei una cultura della strada e del buon guidatore. Sono questi gli ingredienti per combattere le morti sulla strada secondo Andrea Dan, presidente dell’Associazione Manuela Sicurezza Stradale, sconvolto dall’incidente che lunedì, sulla A27, ha causato tre vittime. Arrabbiato, anzi infuriato, Dan si sfoga: «Oramai siamo abituati alle morti degli incidenti stradali che non fanno più tanto scalpore. Ma occorre ricordarsi che nella sola provincia di Treviso, dall’inizio dell’anno a oggi, i morti per incidenti automobilistici sono stati già una ventina e che, ogni anno, nella nostra Marca muoiono in media 90-100 persone».
Su un punto il presidente non transige: «L’auto è un’arma, di più è un’arma carica e pronta a sparare. Per questo non si può darla in mano a chiunque». Il ragionamento è riferito alla guida in stato di ebbrezza: «Chi metterebbe una pistola carica in mano a un ubriaco? Nessuno credo. Ecco - prosegue il presidente - allo stesso modo la legge deve prevedere che chi venga trovato ubriaco al volante sia punito col ritiro a vita della patente».
Una posizione forte che Dan è determinato a difendere: «Questa è un’esigenza primaria che va di pari passo con un’altra, ossia quella di creare, nella nostra Regione, una cultura della sicurezza stradale». E per raggiungere questo scopo, secondo l’Associazione, devono essere coinvolti e partecipare tutti: dai politici, ai cittadini, dagli insegnanti ai sindacati. «Questi ultimi in particolare - puntualizza Dan - dovrebbero attivarsi nel loro settore per far comprendere ai lavoratori l’importanza della prudenza stradale. Del resto, gli operai prima di entrare in azienda o in fabbrica devono arrivarci e quando escono vanno a casa con quale mezzo? In auto, e guarda caso la maggior parte degli incidenti avviene proprio nel momento del rientro, dopo una giornata di fatica». Un appello accorato a Cgil, Cisl e Uil, dunque: «Dobbiamo riuscire a essere uniti e lottare per questo impegno sociale e civile che ci riguarda tutti, nessuno escluso. Perché in fondo credo che chiunque di noi tenga alla vita».
Beatrice Mani


IL QUOTIDIANO.NET

Patenti ritirate. Si beve troppo e il test non perdona

San Benedetto del Tronto

I controlli dei carabinieri hanno portato al ritiro di tre patenti con denuncia per guida in stato di ebrezza. Numerosi le persone fermate per l e verifiche.

27/02/2008 - La lotta per garantire la sicurezza lungo le strade prosegue da parte delle forze dell’ordine.

I carabinieri, che da tempo stanno effettuando controlli sui guidatori per verificare il tasso alcolico di chi è alla guida delle auto, proseguono nell’attività di prevenzione e repressione di comportamenti devianti.

Tre le patenti ritirate con denunce per guida in stato di ebrezza: due automobilisti della provincia picena e uno di Teramo sono risultati positivi al test.

Tante le auto fermate per le opportune verifiche, con posti di blocco nei tratti stradali percorsi soprattutto dai giovani per andare nei locali notturni e specialmente lungo la zona costiera.


IL GAZZETTINO (Belluno)

LIMANA 
Etilometro alla Costan La rsu: «Non esiste un’emergenza alcol»
La rsu della Costan rigetta l’immagine di ubriaconi assegnata ai lavoratori dello stabilimento dalla stampa locale - ma non da "Il Gazzettino". «Il titolo "In fabbrica arriva l’etilometro " - afferma la rsu - è caratterizzato da un’ambiguità che ha indignato i dipendenti in quanto li ha dipinti come ubriaconi. Qui viene semplicemente applicata la legge 125 del 2001, come in tante altre aziende, che prevede che gli eventuali controlli con l’etilometro sull’integrità psicofisica o meno di un lavoratore verranno decisi solo dal medico competente o dallo Spisal. Alla Costan non esiste quindi un’emergenza alcool». (*)
(*) Nota: nella prevenzione, uno degli ostacoli principali è dovuto alla sensazione che i destinatari delle iniziative hanno di essere considerati alcolisti. È ancora molto radicata l’idea che i problemi correlati all’uso degli alcolici siano prerogativa delle persone dipendenti dall’alcol o dei forti bevitori. Per questo motivo è meglio parlare di rischi e problemi causati dagli alcolici piuttosto che di alcolismo.


IL SECOLO XIX

«Difficile resistere al vizio del bere: ma si può fuggire»
Gli alcolisti anonimi
SULLA TAVOLA al centro della sala 8 bottiglie (d’acqua), 2 cesti di caramelle. Le sedie rigorosamente in circolo: alla spicciolata arriva la gente e si comincia. Riunione della "AA": Alcolisti Anonimi, aperta (solo per una volta) al pubblico, ai familiari, alla stampa. L’associazione punta a farsi conoscere, far sapere che la mano, per chi si è perso nell’illusione del benessere della bottiglia, è sempre tesa.
Nella sede del Don Bosco in via Rolando a Sampierdarena si accomodano una cinquantina di persone: pure qualche curioso, qualcuno alla ricerca di un mezzo, di una via per soccorrere un parente, un amico in difficoltà. È come nei telefilm americani: a turno si prende la parola e ci si racconta. Non si giudica nessuno: ognuno ha la sua storia, il suo trascorso. Il primo dei 12 passi da compiere per uscire dal tunnel è ammettere l’impotenza di fronte alle sostanze alcoliche. Non promettersi di smettere: «Perché di fronte a un nemico che è più alto, più forte di te - spiega Lucia aprendo la discussione - non puoi nulla. E allora che fai? Scappi: scappi più forte che puoi». Ammettere la debolezza, accettare l’incapacità di farcela da soli: duro da digerire per chi ancora conta sulle proprie forze, ma spesso cade (e ci ricade). L’alcol non è un vizio ma una malattia: lo sa chi ci è passato, lo dice il Ministero della Sanità. Chi ne è affetto non guarisce, si controlla: è come camminare su una fune. E di sotto il demone, pronto a entrarti dentro e riprendere il controllo della tua vita. Ma sono in tanti che oggi, grazie ad AA, hanno ritrovato la serenità e la forza di cambiare strada. Gente di mezza età, qualche giovane, tanti anziani che hanno cominciato a bere magari dall’adolescenza e che ne sono usciti solo da pochi anni.
«Ciao a tutti, sono Renza e sono un’alcolizzata». «Ciao Renza» saluta il coro. «Il mio errore? Illudermi di poter smettere quando volevo. Pensavo di poter dominare l’alcol, ma era lui a dominare me. Conobbi AA nell’88: allora l’associazione era a Cornigliano. Una dozzina d’anni dopo si trasferì a Sestri: quale alibi migliore per smettere di frequentare? Mi sentivo superiore a tutti, non volevo l’aiuto di nessuno. Ma poi caddi di nuovo, da rompermi le ossa. Tempo dopo ritrovai un amico che mi convinse a tornare: per me fu come rinascere. Io sono Renza, ho sessant’anni e da 7 non bevo più». «Ciao, sono Giampiero, ho 65 anni e sono un alcolista». «Ciao Giampiero». «A chi come me ci è caduto, non è permesso sgarrare. Neanche un dito di vino. Niente. È una cosa che dobbiamo accettare. Perché l’alcol è più forte di noi, non possiamo resistergli. Ma possiamo fuggire: questa è la nostra arma. Per tanti anni ho accettato la sfida, e ho sempre perso. Da quando sono in AA ho scoperto di potercela fare, grazie all’aiuto di tutti voi. Sono Giampiero, e da 5 anni non bevo». Gino invece di anni ne ha 42: in passato è anche finito dentro, sempre per colpa della bottiglia. «Bisogna toccare il fondo per risalire. Questo l’ho capito: a 34 anni ero un uomo finito, allo stadio dei tremori. Cominciai da ragazzo, il venerdì e sabato sera andando a ballare. Nel 2000 sono entrato in AA: qui nessuno mi ha giudicato, né imposto di smettere. Mi hanno detto: "guarda, qui noi facciamo così. Se ti interessa provare sei il benvenuto, altrimenti decidi da solo cos’è meglio per te". Nella mia vita mi sono sempre pianto addosso. Qui sono ripartito alla grande».
«Da un bicchiere alla mattina arrivavo cotto a sera. Neanche la voglia di andare a tavola a ora di cena: non volevo vedere il volto di mia moglie, di mio figlio - racconta Stefano, 56 anni -. Ora sto bene: ma il pericolo di ricaderci non cessa mai. La guardia va tenuta alta». La dipendenza, che nasce dal bisogno di mantenere costante il livello d’alcol nel sangue, è un demone sempre in agguato. «Ciao a tutti, io sono Andrea, ho 40 anni e sono un alcolizzato. Da ragazzo mi ubriacavo, i miei facevano finta di non vedere. La dipendenza è subdola perché ti agguanta senza che tu te ne accorga. Ora grazie ad AA ne sono fuori, e da 4 anni non bevo. Ma continuo a frequentare perché ho la responsabilità di recuperarmi e il dovere, la volontà e il piacere di trasmettere la mia esperienza a chi verrà. Alcolisti Anonimi è la porta per uscire dal tunnel dipendenza: chi accetterà di farsi aiutare sarà sempre il benvenuto».
FEDERICO AMODEO


GIORNALE DI BRESCIA

Lettere
Alcolisti anonimi e la serata a Orzinuovi
Mi chiamo Franco e sono un alcolista, le scrivo per ringraziare pubblicamente e di gran cuore coloro che hanno contribuito all’organizzazione ed all’ottima riuscita della serata tenutasi lunedì 11 febbraio all’oratorio Jolli di Orzinuovi. - Il tema molto attuale ma tra i più ostici da trattare, credo tutti sappiano delle difficoltà che si trovano a parlare di alcol e di chi ne fa uso. Il primo ringraziamento a quelle cento e più persone che hanno pensato valesse la pena di perdere una sera ascoltando questo problema da chi l’ha vissuto in prima persona e sulla propria pelle sia come alcolista attivo sia come familiare. Il secondo va don Luciano, il curato che ha dimostrato con i fatti di credere a quest’iniziativa non solo perché questa si teneva all’oratorio da lui diretto ma anche perché a ritenuto far partecipare il gruppo degli adolescenti. Il terzo al dottor Daniel Bulla e la dottoressa Ilenia Sussarello, psicologi che impegnati in una serie di conferenze hanno voluto un incontro su questo problema, stando da parte ed in ascolto pur essendo loro per professionalità e passione deputati a parlare di questo problema oltre che degli altri temi tenutisi in questo ciclo. - Grazie dunque di cuore a tutti e speriamo che questo stimoli anche altri a fare questo passo, difficile ma non impossibile. Consapevoli sono una parte molto importante se si vogliono capire i risvolti dei vari problemi che attanagliano la nostra società, ci rendiamo disponibili a portare le nostre esperienze personali di bevute ma ancor più importanti le nostre esperienze di recupero ad una vita serena e senza alcol in qualunque luogo riteniate opportuno un nostro intervento. - Non siamo degli eroi perché abbiamo smesso di bere, ma nemmeno dei depravati consapevoli quando bevevamo, siamo soltanto degli ammalati di alcolismo che grazie ad Alcolisti Anonimi e al Programma dei 12 Passi siamo riusciti a trovare una via d’uscita. Per qualunque informazione telefonare al referente provinciale di Alcolisti Anonimi al numero 3347344880.
LETTERA FIRMATA


L’ADIGE

Lettere
Alcol da vietare negli stadi
L ’incidente dopo Pergine-Latsches di venerdì scorso allo stadio del ghiaccio oltre che fomentare l’atavica antipatia tra chi si sente trentino e chi sudtirolese è l’ennesima prova che non dovrebbe esserci la possibilità di acquistare alcolici in uno stadio. Proprio i luoghi dove si praticano sport e frequentati da minorenni dovrebbero essere alcool-free. Lo dice anche la Carta Europea sull’Alcol. Vietare l’alcol allo stadio seppur formale non potrebbe essere però un messaggio di civiltà?

Enrico Demozzi -Calceranica


LA SICILIA

Il romeno accusato dell’omicidio del connazionale a Riesi 
«Non volevo ucciderlo, ero ubriaco»
Davanti ai giudici di Corte d’Assise ha in parte stravolto la versione dei fatti fin qui conosciuta, Ionita Costel, il rumeno accusato di aver ucciso a calci e pugni un suo connazionale, Corneliu Nikifor, perché la vittima non gli avrebbe più ridato 150 euro. Il delitto avvenne il 22 luglio scorso in un’azienda agricola tra Riesi e Butera, dove i due rumeni lavoravano come braccianti. Quei soldi l’imputato li avrebbe prestati all’amico per venire a lavorare in Italia, ma al momento di riaverli indietro, i due hanno avuto una discussione. Dalle parole grosse sono finiti alle mani, ma ad avere la peggio fu Nikifor. Costel, da allora, è imputato di omicidio preterintenzionale, e ieri è salito sul pretorio per rispondere alle domande del presidente della Corte, Francesco Carimi, del Pm Alessandro Sutera Sardo e del suo difensore, l’avv. Rosario Di Proietto.
Quel pomeriggio, sulla scena del delitto, oltre ai due rumeni e al titolare dell’azienda agricola, Salvatore Volpe, vi sarebbe stato anche il padre di quest’ultimo. Tutti e tre, secondo la versione fornita ieri in aula dall’imputato, avrebbero poi caricato il corpo sanguinante della vittima nell’auto di Volpe per trasportarlo all’ospedale di Mazzarino. Ciò, ha notato il Pm, contrasta con quanto raccontato da Costel durante gli interrogatori col Gip prima e con il magistrato poi. «Quel giorno con Nikifor abbiamo bevuto 3 litri di vino ciascuno - ha detto Costel -. Abbiamo discusso dei soldi, lui mi ha dato un pugno e io mi sono difeso colpendolo più volte. Lui è caduto a terra, sbattendo la testa su una vasca del latte. La lite è finita lì. Vedendolo sanguinare gli ho coperto la ferita con un lenzuolo. Si lamentava quando lo caricammo in auto. Non volevo ucciderlo, siamo cresciuti insieme come fratelli…».
Ieri ha deposto pure il medico legale Cataldo Raffino che eseguì l’autopsia, confermando la morte di Nikifor per politraumi addominali. Il consulente ha poi riferito su dei segni riscontrati sul collo della vittima, come se gli fosse stato premuto un rastrello mentre era con le spalle al muro o adagiato di schiena sul pavimento.
Va. Ma.


CORRIERE ADRIATICO

Giovani, ubriachi e al volante: quattro denunce
FERMO - La peggio gioventù. Fatta d’alcol e, incurante di ogni messaggio, ancora al volante. Mettendo a rischio la propria e l’altrui incolumità. E’ un bollettino ormai quotidiano. Da un lato le campagne di sensibilizzazione e d’educazione a cui si coniuga l’impegno delle forze dell’ordine; dall’altro coloro che se ne infischiano. Sono quattro gli ultimi finiti nella rete dei controlli. Tre li hanno pizzicati i carabinieri della compagnia di Fermo lungo la costa; il quarto gli agenti di polizia delle Volanti in via Murri. Diversi i luoghi, identiche le modalità. Controlli con l’etilometro sulle strade più frequentate. Identiche le conseguenze: patente ritirata, sequestro del veicolo e denuncia penale per guida in stato d’ebbrezza. Concordi gli operatori delle forze dell’ordine nel ribadire che si tratta di un fenomeno che sta diventando un vero e proprio flagello tra i giovani. Eppure, basterebbe davvero poco per non rischiare. Senza la necessità di vietare alcunchè, senza correre rischi: a turno, per una sera, non si beve. Nella comitiva di tre-quattro persone che parte per la costa, uno, a turno, non beve. Sarà lui poi a guidare e a riportare a casa tutti gli altri. Una rotazione che nei paesi del Nord Europa ad alta gradazione alcolica, dove è ormai un’abitudine consolidata, ha ridotto drasticamente gli incidenti, le vittime, gli infortuni gravi.


CORRIERE ADRIATICO

Piazza Cavour, aggredito Oskar Barrile
ANCONA - Momenti di tensione e di paura ieri, intorno alle 13.45, in piazza Cavour quando è scattata una violenta lite. Vittima, il popolare Oskar Barrile: noto artista di città e impiegato nella bancarella dei libri usati che si trova proprio in piazza Cavour nei pressi della fermata delle corriere. Oskar, che si trovava al posto di lavoro, è stato avvicinato da una persona ubriaca e probabilmente anche drogata che era in compagnia di una donna. Questo, all’improvviso, gli ha rifilato un pugno in faccia facendo perdere l’equilibrio a Barrile che poi è finito a terra. Una volta al suolo, il balordo ha infierito ulteriormente su Oskar prendendolo a calci sui fianchi dopodiché si è allontanato salendo su uno degli autobus in partenza. Immediatamente i passanti hanno chiamato il 112. Sul posto sono intervenute tre ’gazzelle’ dei carabinieri del nucleo operativo Radiomobile. Due pattuglie hanno iniziato le ricerche mentre una si è fermata per ricostruire la dinamica dei fatti. Oskar Barrile, per fortuna, ha riportato solo una ferita al naso, a seguito del pugno infertogli, senza dover comunque ricorrere alle cure ospedaliere. Certamente però si tratta di una brutta esperienza per Barrile e di un episodio che ha fatto risuonare un vecchio campanello d’allarme. I carabinieri hanno effettuato ovunque le ricerche spostandosi anche in piazza Pertini dove si trovava un gruppetto di tossicodipendenti seduti sulle panchine vicino all’ingresso del parcheggio sotterraneo. L’aggressore e la sua compagna sembrerebbero però avere le ore contate in quanto i militari dell’Arma sarebbero sulle loro tracce


CORRIERE ADRIATICO

La rissa
Tre ubriachi si picchiano
PORTO SANT’ELPIDIO - L’altra notte, a Porto Sant’Elpidio, i militari della locale stazione sono intervenuti presso un ristorante, ove poco prima tre giovani, tutti del luogo, per futili motivi, verosimilmente riconducibili uso smodato di alcoolici, se le sono date di santa ragione. Uno è rimasto ferito e ha dovuto far ricorso al pronto soccorso dove gli hanno medicato contusioni e lesioni giudicate guaribili in dieci giorni. I tre sono stati denunciati per rissa e lesioni personali


GIORNALE DI VICENZA

ARRESTI. Due serbi accusati di resistenza
Feriscono agente dopo il fermo Due in manette
Bloccati al pub ubriachi si scatenano in questura
Gli agenti delle volanti della questura li avevano fermati al “Red Quill Pub” in via Divisione Folgore: quattro giovani, tutti sulla ventina e tutti alterati dall’alcol. Stando al racconto del gestore che aveva dato l’allarme, avevano preso a calci la porta del bagno, creando un gran trambusto nel locale. Ma quello era solo l’inizio.
Poco dopo, condotti in questura, due di loro avrebbero dato in escandescenze, resistendo agli agenti e costringendone uno alle cure del pronto soccorso. Per questo episodio, avvenuto la notte scorsa poco dopo l’una, sono finiti in manette con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale due giovani serbi: Perica Josipovic, 24 anni, e Mladen Martinovic, 20.
Secondo la ricostruzione della questura, i due giovani, insieme ad un ragazzo ed una ragazza di 23 e 25 anni, stavano passando la serata al pub quando hanno iniziato a creare disturbo, alterati dai fumi dell’alcol. Il gestore, quando li ha visti prendere a calci la porta del bagno, ha chiamato il 113. I poliziotti si sono precipitati in via Divisione Folgore, bloccando i quattro e accompagnandoli in questura. È stato lì che Josipovic e Martinovic hanno perso definitivamente il controllo: si sono gettati a terra, hanno danneggiato un estintore e ferito un agente, che guarirà in 8 giorni. Da qui è scattato l’arresto. M.SC.


LA SICILIA

Quando l’ubriaco al volante è un barista
Quando si dice «attaccato al lavoro». Ma nel caso di un ventiseienne agrigentino di professione barista, l’attaccamento si è manifestato anche nei confronti della bottiglia. Intesa come contenitore per bevande alcoliche che il protagonista di questa vicenda, gradisce consumare in abbondanza, oltre che servire al banco ai propri clienti.
Era la tarda serata lunedì quando i carabinieri del Comando provinciale erano appostati in via Petrarca per un servizio di controllo. Ad un tratto hanno visto sbucare l’auto condotta dal barista, al quale hanno sventolato la paletta per intimargli l’alt. Dentro la vettura c’era un uomo completamente sbronzo, tanto che l’etilometro a momenti andava in tilt. Sottoposto al test volgarmente detto del «palloncino», il barista ha fatto segnare un valore superiore di ben 4 volte al massimo consentito. I militari dell’Arma non hanno creduto ai loro occhi, soprattutto quando hanno preso atto che lo sconsiderato alla guida della propria come se niente fosse era un barista.
Esponente di una categoria professionale che dovrebbe avere nel senso di responsabilità una prerogativa da non tradire mai. Non è stato chiarito se il barista sia stato fermato al termine di una lunga notte di lavoro o se fosse «libero dal servizio». Se il ragazzo fosse appena uscito dall’attività commerciale in cui lavora verrebbe da chiedersi quanti liquori abbia consumato anziché somministrato ai clienti. Resta l’infrazione al codice della strada grande quanto una casa.
Un’infrazione che gli è costata il sequestro della patente e dell’auto, oltre a un’ammenda consistente da pagare quanto prima. Quanto accaduto nelle scorse ore conferma come l’abuso di alcol non risparmi alcuna categoria teoricamente refrattaria. (*) A Canicattì ad esempio, molti ricordano l’inseguimento a un finanziere ubriacatosi in servizio, inscenato dai poliziotti per evitare il peggio.
(*) Nota: le persone che lavorano nella ristorazione sono tutt’altro che refrattarie ad avere problemi con gli alcolici. Anzi. A conferma delle indicazioni dell’OMS, che considera l’accessibilità agli alcolici come fattore di rischio, chi ci lavora a contatto è più esposto ad avere problemi.


IL TIRRENO

Multato sciatore ubriaco in prognosi riservata dopo la caduta
ABETONE. Quando uscirà dal reparto di terapia intensiva, ad attenderlo troverà una bella multa da 50 euro per aver sciato in stato di ebbrezza. Si tratta del rumeno di 28 anni, C.N., domiciliato a Prato, che domenica scorsa, in fondo al primo muro della Zeno 3 di Abetone, si è schiantato contro le reti di protezione: forse per trovare coraggio, al suo primo giorno (in assoluto!) di sci, aveva pensato bene di fare il pieno di birra prima di lanciarsi verso valle, senza avere idea di come fare per curvare o fermarsi.
L’incidente è avvenuto verso mezzogiorno. Già entrando nell’ovovia per salire a monte, il rumeno è stato visto mentre si scolava una bottiglia di birra. E un testimone lo ha poi visto mentre si lanciava dal primo muro della pista e andava giù a diritto senza accennare a curvare: “Buttati a terra, buttati a terra!” gli ha gridato inutilmente. C.N. si è schiantato frontalmente contro le protezioni a folle velocità. Soccorso dalla squadra della polizia di Stato, presentava forti traumi alla testa e al torace. Immobilizzato, è stato portato a valle e poi trasferito in elicottero all’ospedale, dove si trova ancora ricoverato in prognosi riservata. I successivi accertamenti da parte della polizia hanno accertato l’eccessivo livello di alcol nel sangue.


VIRGILIO NOTIZIE

SICUREZZA STRADALE/ ROMA, RITIRATE 6 PATENTI GUIDA DOPO TEST ALCOL
Controlli eseguiti con etilometro
Roma, 27 feb. (Apcom) - Sei patenti ritirate è il bilancio complessivo dei controlli eseguiti con l’etilometro da parte dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma per le strade della città. I controlli sono stati effettuati per prevenire infrazioni al codice della strada e possibili sinistri che, anche di recente, hanno causato numerose vittime soprattutto a causa della guida in stato di ebbrezza alcolica.
Le gazzelle del Nucleo Radiomobile di Roma hanno effettuato controlli su viale Egeo e via Appia Nuova avvalendosi degli etilometri in dotazione. I 6 conducenti trovati positivi al test, 4 italiani e 2 stranieri, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza ai sensi dell’art. 186 C.d.s.


CALTANET

CINEMA: GUIDAVA UBRIACA, 5 GIORNI IN CELLA PER REBECCA BROUSSARD
Los Angeles, 27 feb.
(Adnkronos) - L’attrice americana Rebecca Broussard, ex di Jack Nicholson e madre di due suoi figli, Lorraine e Raymond, e’ stata condannata a 5 giorni di carcere piu’ 3 giorni di liberta’ vigilata per guida in stato di ebbrezza.


REUTERS ITALIA

Mischa Barton di O.C. nei guai: guidava ubriaca
LOS ANGELES (Reuters) mercoledì 27 febbraio 2008 - Sembra proprio che donne e motori in America facciano fatica ad andare d’accordo: dopo Paris Hilton, Nicole Richie e Lindsay Lohan anche Mischa Barton è nei guai.
La star di O.C. è stata formalmente imputata ieri di guida in stato di ebbrezza, possesso di marijuana e guida senza patente, come riferito dalla procura di Los Angeles. L’attrice ventiduenne è stata fermata dalla polizia mentre guidava a West Hollywood intorno alle 3 di notte del 27 dicembre.
La polizia ha raccontato che la sua macchina occupava due corsie e non ha messo la freccia quando ha svoltato. Barton ha passato circa sette ore in carcere prima del rilascio su cauzione di 10.000 dollari. La procura ha spiegato che è stata convocata in tribunale per giovedì.


L’UNIONE SARDA

Sicurezza stradale, l’etilometro a scuola

MF PERSONAL

L’etilometro trasloca in un impulso laser

LIBERTA’

È illeso, viene denunciato per guida in stato di ebbrezza

IL MESSAGGERO

Tolleranza zero da parte delle forze dell’ordine per la guida in stato di ebbrezza. Quattro i denunciati 

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Corso Sofferenze alcolcorrelate e complesse della famiglia, Lecco, 4-6 aprile 2008

A.R.C.A.T.
Lombardia e Campania
(Ass.ni Regionali/Provinciali dei Club degli Alcolisti in Trattamento)
In collaborazione con le A.C.A.T. della Valle S. Martino e di Sondrio Associazioni Zonali dei Club degli Alcolisti in Trattamento
Organizzano il 12° CORSO MONOTEMATICO DEI SERVITORI - INSEGNANTI DI CLUB

SOFFERENZE ALCOLCORRELATE E COMPLESSE DELLA FAMIGLIA
("Famiglia oggi : il Club e il servitore insegnante")
Approccio familiare ai problemi alcolcorrelati secondo l’approccio ecologico sociale proposto dal Professor Vladimir HUDOLIN
4 - 5 - 6 aprile 2008
"Centro di Spiritualità dei Padri Somaschi" Somasca di Vercurago - Lecco

E’ questa la dodicesima volta che torniamo a Somasca. ancora una volta chiamati a riflettere sulla famiglia, sulle sue sofferenze così come sulle esclusive potenzialità che è in grado di sviluppare. Quest’anno lo facciamo con l’intenzione di proporre una riflessione su cosa sia oggi la famiglia, su quali siano le sue forme e, per noi molto importante,
su come queste nuove forme vanno ad alimentare relazioni nuove, nuove risorse e disponibilità per il cambiamento cui dobbiamo "servire". Partiremo riflettendo sul nostro senso di famiglia, su cosa vuol dire per i corsisti famiglia, a cominciare ovviamente da come la nostra famiglia risuona dentro di noi per continuare osservando il significato che ha per ciascuno di noi essere al servizio della famiglia e del suo cambiamento nel Club e nella comunità.
Saremo poi guidati a prendere contatto con le nuove forme che la famiglia assume nel continuo cambiamento ecologico-sociale della comunità, per scoprire come se, questi cambiamenti, causano modifiche nelle relazioni tra i componenti delle famiglie e come, il servitore-insegnante può mettersi al servizio di queste nuove risorse, catalizzandole verso il cambiamento.
Rifletteremo poi sul Club, su come oggi, alla luce anche dei cambiamenti delle famiglie, possa farsi riconoscere meglio dalla rete sociale della comunità locale, perchè sappia identificarsi con le modificazioni che intervengono nella società, per effetto dei continui cambiamenti. Non si tratta certo di cambiare il modello, si tratta di verificarne la congruità con la comunità che cambia.
Il tutto tenendo presente anche i nuovi stili di vita e, conseguentemente, anche i nuovi stili di consumo. Proveremo anche una modalità di corso in cui si promuove più la riflessione del corsista ed il suo contributo attivo, che la fruizione di lezioni, comunque presenti e necessarie per alimentare la riflessione intorno alle novità.

P R O G R A M M A
 
Venerdì 4 aprile, pomeriggio
13.30 - 14.30 - Iscrizioni e sistemazione alberghiera
 
"Apertura del corso"
14.30 - 15.00 - Introduzione
o Saluti;
o Perché questo corso;
o Modalità di svolgimento del corso;
o Proposta dei temi da trattare.
 
"La famiglia"
15.00 - 17.00 - incontro dei servitori-insegnanti sul tema; lavoro in piccoli gruppi autogestiti
17.00 - 17.30 - pausa
17.30 - 19.30 - discussione in plenaria sulle conclusioni dei avori di gruppo
19.30 - Cena
Sabato 5 aprile, mattina
 
" La famiglia e la comunità oggi "
A cura del Dott. Michele CAPARARO
 
9.00 - 11.00 - "LA FAMIGLIA E LA COMUNITA’
OGGI"
Cambiano le famiglie, nuove risorse;
11.00 - 11.30 - Pausa
11.30 - 12.30 - Discussione in plenaria dei servitor-insegnanti con Michele CAPARARO
12.30 - Pranzo
 

Sabato 5 aprile, pomeriggio
"Famiglia, club e comu

Giovedì, 28 Febbraio 2008
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