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Rassegna stampa Alcol e guida del 21 febbraio 2008

A cura di Alessansro Sbarbada e Roberto Argenta

IL SECOLO XIX

Educhiamo i piccoli ai danni dell’alcol
Sono ormai ben noti i danni provocati dall’uso delle bevande alcoliche fra i giovani con costante incremento del consumo che pongono la Liguria al terzo posto come consumo pro-capite ed al secondo posto come numero di consumatori giornalieri fuori pasto.
Tutto ciò si è tradotto in un numero sempre crescente di ragazzi con dipendenza e/o con problematiche fisiche gravi (cirrosi, pancreatici, alterazioni vascolari…). Ricordiamo come si stia elevando il numero di pazienti al di sotto dei 45 con necessità di trapianto di fegato.
L’uso di sostanze alcoliche è spesso influenzato da pressioni sociali, medianiche, pubblicitarie e familiari. L’alcol, a differenza degli altri principali fattori di rischio, gode di una accettazione sociale e di una familiarità e popolarità legate alla cultura del bere, una cultura mediterranea, che poneva, sino a un decennio fa, il consumo di vino come componente inseparabile dell’alimentazione. È stato invece ampiamente dimostrato scientificamente come l’alcol non abbia nulla a che fare con la salute e la convivialità e come debba essere semplicemente considerato un tossico e una droga.
Cosa fare per riuscire a demolire questa tendenza altamente rischiosa per i nostri giovani? Come insegnare ai giovani la consapevolezza del consumo e dei rischi che corrono?

Alcune riflessioni sulle dinamiche legate all’adozione della cultura giovanile del bere possono aiutare a definire alcuni punti che i genitori possono proporre ai loro ragazzi. Alcuni punti sono stati identificati da Emanuele Scafato, presidente a nome della Società italiana di alcologia e dell’Osservatorio alcol dell’Istituto superiore di sanità:

1) I mass-media, la pubblicità propongono individui che bevono e hanno successo nella vita. È opportuno incoraggiare nei giovani l’anticonformismo: ciò può contribuire a fare emergere e maturare la loro personalità e ad evitare di attribuire all’alcol un valore che non ha. Osservare e ridicolizzare con i giovani la pubblicità degli alcolici trasmessi tramite i media può essere un esempio da seguire per incrementare la capacità critica su ciò che la pubblicità promette e che non trova riscontro nella esperienza quotidiana;

2) Il ruolo chiave dei genitori, oltre che nel dialogo, dovrebbe essere esercitato ricorrendo al buon esempio. È dimostrato che lo stile di consumo del capofamiglia influenza quelli dei componenti il nucleo familiare e che nelle famiglie completamente astemie è bassa la frequenza dei consumatori che adottano consumi alcolici inadeguati;

3) Parlare ai giovani fin da quando sono bambini dei danni e dei rischi legati all’alcol e delle conseguenze che errate abitudini di consumo possono arrecare sia in termini di salute che in termini sociali può contribuire ad evitare che le indicazioni poste ai genitori si ammantino di un valore integralista e fanno accettare con progressiva familiarità il concetto di stile moderato;

4) È importante fornire alle adolescenti il concetto che l’alcol nuoce al feto. Può sembrare prematuro rispetto a un concepimento che le statistiche segnano realizzarsi più in là negli anni, ma è importante per supportare una cultura che affermi che se bere è una scelta deve essere anche rispetto di sé e degli altri e soprattutto del nascituro. Due bicchieri di bevanda alcolica, infatti, sono in grado di danneggiare pesantemente la salute del bambino;

5) È opportuno fornire semplici informazioni sulle modificazioni anche critiche delle performance individuali sotto l’influenza dell’alcol. Ciò potrà evitare incidenti stradali;

6) Spesso i giovani sono attratti più dall’apparenza legata al marketing che dalla sostanza. È opportuno insegnare ai ragazzi a leggere le etichette e a essere coscienti che quando si beve, anche i 4-5 gradi alcolici segnalati sull’etichetta sono alcol. Ciò li emanciperà come consumatori e li preparerà ad affrontare meglio le scelte nelle situazioni in cui il controllo formale o familiare non è presente;

7) Offrire la casa agli amici dei figli e coinvolgere i figli nella organizzazione di un incontro può essere l’occasione per dimostrare che ci si può divertire ed ottenere un clima spensierato e allegro anche con l’accompagnamento di bevande analcoliche: l’alcol non è indispensabile per raggiungere questi risultati e nel corso dell’adolescenza l’esperienza di una convivialità analcolica e la disponibilità di alternative alle bevande alcoliche può agire da supporto per l’adozione di comportamenti e stili di vita sani del gruppo oltre che dell’individuo.

È opportuno precisare come il fattore decisivo per aumentare i livelli di protezione della salute dei giovani sia quello di mantenere ben aperti e attivi i canali di comunicazione, privilegiando l’ascolto e dedicando un tempo ben definito all’analisi delle esigenze e dei loro problemi. Non è possibile proteggere i nostri ragazzi 24 ore al giorno da rischi che derivano dal comportamento individuale. È necessario, quindi, farli maturare e renderli capaci di autogestire tali comportamenti: è probabilmente l’unico modo per consentire una partecipazione attiva del giovane al controllo, miglioramento e mantenimento della propria salute.

Gianni Testino - epatologo ospedale San Martino di Genova, membro del direttivo nazionale Società italiana di alcologia.


IL TRENTINO

ALLARME SICUREZZA
Incidenti mortali per l’alcol il record è in Trentino

TRENTO. Al Trentino spetta la percentuale più alta, a livello nazionale, di incidenti mortali causati da alcol e da sostanze stupefacenti: il 14,29%, dato molto più elevata dell’Alto Adige (9,68%), che abbassa la media regionale: 11,11%. Un dato preoccupante: quasi sei volte più alto di quella nazionale (2%). Significativo anche il confronto con le regioni vicine. In Veneto solo il 5,6% di morti sulle strade è causato da stato di ubriachezza e da abuso di sostanze stupefacenti. In Friuli il 2,56%.
L’indagine Aci-Istat diffusa ieri fa emergere dati inquietanti sulla connessione alcol e incidenti stradali in Trentino nel 2006. Il 14,29% dei morti (quasi un sesto del totale, ndr) della provincia è causato dallo stato di ubriachezza del conducente. In questa percentuale sono compresi anche i casi di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, anche se sono una netta minoranza. (*)
I numeri dello studio appaiono ancor più allarmanti se comparati con l’Alto Adige o con le regioni vicine. In provincia di Bolzano infatti la percentuale delle perone decedute, per incidenti stradali causati dall’abuso d’alcol, scende al 9,68%.
Questi dati calano considerevolmente se ci si sposta nelle regioni vicine. Se la media del Trentino Alto Adige è del 11,11%, in Veneto è del 5,62% e nel Friuli del 2,56. Ancor più bassa la media nazionale: solo il 2%.
Nazzareno Sabbatini, comandante della Polstrada di Bolzano e, in sede vacante, dei compartimenti di Trento e Belluno, conferma la situazione preoccupante: «Il problema esiste e per superarlo si vede l’impegno di tutti, dalla Provincia al commissario di governo, fino agli uomini delle forze dell’ordine». Dopodiché Sabbatini precisa: «Su questi numeri incide la forte presenza sulle nostre strade di turisti stanziali e di passaggio, che in determinati mesi fanno decisamente aumentare il parco macchine circolante, incidendo anche in questo tipo di sinistri».
I controlli da parte delle forze dell’ordine sono stati triplicati da metà dello scorso anno proprio per incidere sulla problematica. Il numero dei guidatori fermati in stato di ebbrezza rimane praticamente costante se vengono presi in considerazione gli ultimi sette anni. Nel 2001 infatti erano 1106 le infrazioni di questo tipo, ma è nel 2002 che si raggiunge il picco massimo: 1297. L’anno seguente sono scesi a 1100, per poi risalire nel 2004 a 1267, e nel 2005 a 1193. Nel 2006 sono state registrate 984 guide in stato di ebbrezza, per poi tornare, nell’anno appena concluso, a 1092.

In netta crescita gli incidenti, mortali e non, con conducente in stato di ebbrezza. Se nel 2001 sono stati 66, negli anni successivi progressivamente sono saliti fino al picco massimo di 192 nel 2005, per poi calare anche se di poco nel 2006 (188) e nel 2007 (166).
Con questi dati alla mano, prende nuovamente forza la legge nazionale entrata in vigore nei mesi scorsi, che vieta la somministrazione di alcolici nei locali notturni dopo le due del mattino. «Quella intrapresa dallo Stato - aveva tuonato il presidente della Provincia di Bolzano Durnwalder - non è la strada giusta per ridurre il consumo». La polemica era poi rientrata, anche alla luce dei risultato positivi ottenuti dopo l’entrata in vigore.
(*) Nota: già altre volte ci siamo imbattuti nelle statistiche Istat sugli incidenti stradali. È del tutto inverosimile attribuire agli alcolici il 2% (dato nazionale) della responsabilità. Basti considerare che, nei Paesi dove viene fatta seriamente la prevenzione alcologica, la riduzione degli incidenti e decisamente superiore al 2%. A leggere queste statistiche, sembra che l’alcol venga considerato come causa solo in assenza di altri fattori: velocità, manovre azzardate… come se l’uso di alcolici non fosse esso stesso all’origine di molte infrazioni. Occorre in ogni caso considerare che la rilevazione dell’alcolemia sul territorio è tutt’altro che omogenea. Si ha spesso l’impressione che se vengono segnalati più incidenti alcolici, è semplicemente perché lì ci sono più etilometri. Questo spiega perché le regioni in cui si fa più prevenzione sono paradossalmente quelle dove vengono registrati più incidenti associati agli alcolici.


L’ADIGE

Il parere Mauro Croce: «Strano, il Trentino è tra le regioni più scrupolose»

«È un problema di cultura, bisogna intervenire alla radice»

21/02/2008 - Mauro Croce si occupa per lavoro di dipendenze legate all’alcol ed alla droga. È psicologo, psicoterapeuta e specialista in criminologia clinica. Per anni ha lavorato nei servizi pubblici per le tossicodipendenze. «Innanzitutto bisognerebbe depurare i dati di quest’indagine da alcuni elementi per capire meglio» commenta Croce. «È noto infatti che il Trentino Alto Adige sia conosciuta per essere tra le regioni più scrupolose nella rilevazione sia degli incidenti che delle infrazioni che si compiono sulla strada. E questo sicuramente crea un divario con altre realtà». «Sarebbe interessante poi sapere - continua - se i dati riguardano i residenti in provincia o se invece sono rappresentati in gran parte da turisti, gente di passaggio». Secondo l’esperto anche l’età delle persone coinvolte sarebbe un indicatore importante: «Diverso è parlare di incidenti che riguardano i ragazzi, magari all’uscita dei locali, oppure i camionisti e chi le strade le percorre quotidianamente per lavoro. Sarebbe importante saperlo soprattutto per capire a chi si deve rivolgere un’eventuale campagna per disincentivare le tragedie della strada». A tal proposito, Mauro Croce si dice sorpreso del dato allarmante (14,29% di morti per incidenti causati da alcol e droga in Trentino nel 2006, il più alto del nord-est) perché considera la nostra regione una tra le più attive sul fronte della prevenzione e dell’informazione. «A questo punto bisognerebbe andare più a fondo, capire cosa non è stato fatto. Se il problema si concentra particolarmente sulla fascia d’età giovane si dovrebbe puntare sui luoghi che i ragazzi frequentano: le discoteche, i locali. Se queste offrissero ad esempio una serata al ragazzo che per quella sera sceglie di non bere e si mette al volante». Oppure puntare su un’informazione capillare nelle scuole, una campagna negli autogrill, insomma andare alla radice del problema. «E se invece tutte queste iniziative esistono già - conclude Croce - il problema è rappresentato dal fatto che le persone non recepiscono l’importanza del mettersi al volante sobri. Anche tenendo conto del fatto che in Trentino Alto Adige è una di quelle regioni in cui il bere alcolici è entrato a far parte della cultura del posto». L.Pi.


LA NAZIONE (Firenze)

COMUNE
STOP AGLI UBRIACHI AL VOLANTE

La polizia Municipale rafforza i controlli sulle strade
di Lisa Ciardi
PUGNO DURO di Palazzo Vecchio contro chi guida ubriaco. Da domani, tutti gli interventi dei vigili sugli incidenti stradali saranno affiancati da controlli sulla “sobrietà” del conducente. L’amministrazione comunale ha infatti acquistato venti “ Alcolquant”, nuovi strumenti tedeschi (costo 700 euro ciascuno) che permettono di controllare ‘in loco’ i conducenti sospettati di aver alzato il gomito.
La verifica con alcoltest, necessaria per far scattare l’accusa di “guida in stato di ebbrezza” e da effettuarsi negli uffici dei vigili, scatterà solo se i guidatori saranno risultati positivi all’Alcolquant ( 0,50 microgrammi di alcol per litro di sangue). “Questo consentirà di aumentare notevolmente i controlli- spiega l’assessore alla sicurezza e alla vivibilità urbana del Comune di Firenze, Graziano Cioni- proprio perché non sarà necessario, portare tutti gli automobilisti sospetti nei nostri uffici”. Allo stesso tempo, a differenza dell’etilometro, l’uso dell’Alcolquant non ha limiti. Può essere insomma effettuato a qualsiasi conducente, anche in assenza dei sintomi evidenti richiesti per portare una persona fino al comando della polizia municipale per sottoporla, appunto, all’alcoltest.

I CONTROLLI speciali con Alcolquant saranno affiancati, domani da una campagna informativa all’uscita della discoteca Space Electronic. “Il nostro obbiettivo- spiega il comandante della polizia municipale, Alessandro Bartolini- è effettuare l’Alcolquant durante tutti gli incidenti che richiedono il nostro intervento. Visto che lo scorso anno sono stati circa 4mila, i controlli del 2008 saranno altrettanti, contro le 390 verifiche con l’alcoltest del 2007”. La campagna andrà avanti fino al 30 settembre, ma anche successivamente il meccanismo Alcolquant continuerà a funzionare. Inoltre due postazioni mobili dotate di alcoltest continueranno a girare per le strade cittadine.

IL FENOMENO della guida sotto l’effetto dell’alcol è in aumento in città. Nel 2005 i clienti risultati positivi all’uscita dei locali sono stati il 41,79% dei controllati, salendo al 54% nel 2006 e al 54,2% nel 2007. A Firenze inoltre, il 3,7% degli incidenti è causato dall’alcol, contro una media nazione del 2%. In termini assoluti, nel 2007 i sinistri gravi causati da un conducente ubriaco sono stati 204, mentre le denunce per guida in stato di alterazione (alcol e droga) sono state 315. L’assessore alla sicurezza e vivibilità urbana ha poi annunciato che proporrà, al prefetto di Firenze, l’ampliamento del divieto di vendita di alcolici da asporto dopo le 22 (attualmente in vigore in San Lorenzo) anche ad altre aree della città contrassegnate dalla frequente presenza di ubriachi. Infine, vista la diffusione dell’uso e dell’abuso di alcol tra i cittadini stranieri, Cioni prenderà contatto con le rispettive comunità “per individuare modalità di intervento a livello di sensibilizzazione e prevenzione”.


IL TRENTINO

Arriva l’aperitivo «sicuro»

Via Belenzani, i centauri con l’analcolico

TRENTO. Aperitivo su due ruote in Via Belenzani per i motociclisti trentini. Accostamento insolito, se non si trattasse di un pre-serata analcolico, quello proposto dal Golden Eagle street bar di Via Belenzani che ieri sera ha inaugurato il primo aperitivo tutto dedicato al mondo delle due ruote. I gestori del bar, in collaborazione con Aktarus Zone, associazione promotrice ormai da anni di un programma di sensibilizzazione e di educazione alla sicurezza stradale nelle scuole medie e superiori del Trentino, hanno dato il via ad una serie di appuntamenti presso il Golden Eagle street bar con scadenza settimanale (ogni mercoledì dalle 18) all’insegna della sicurezza nel mondo delle due ruote. «L’evento dal titolo “Dagli antichi miti ai nuovi eroi” - dice Filippo Codroico, fondatore di Aktarus Zone nonché responsabile delle comunicazioni del team Capiriossi - nasce con lo scopo di fornire un luogo di incontro, un terreno comune per tutti coloro che condividano a qualsiasi livello la passione per il motociclismo». Gli aperitivi sono accompagnati dalla proiezione di filmati sul motociclismo.

(o.p.)


GOMARCHE

Ritorna la campagna ’Un soffio per la vita’

Ritorna questo fine settimana "Un soffio per la vita", la campagna per la sicurezza stradale promossa dalla Regione Marche in collaborazione con la Polizia stradale regionale che ha come obiettivo la sensibilizzazione dei giovani per un comportamento responsabile alla guida.

ANCONA - Ritorna questo fine settimana "Un soffio per la vita", la campagna per la sicurezza stradale promossa dalla Regione Marche in collaborazione con la Polizia stradale regionale che ha come obiettivo la sensibilizzazione dei giovani per un comportamento responsabile alla guida.

Questa mattina, giovedì 21 febbraio, il lancio della campagna 2008 presso la sede della Regione, alla presenza del presidente Gian Mario Spacca, del comandante della Polizia stradale Marche Italo D’Angelo, e del dirigente del Dipartimento Sicurezza e della Protezione civile regionale Roberto Oreficini Rosi.

L’iniziativa del 2007, avviata a fine marzo e protratta fino ad agosto, ha visto impegnati per 20 fine settimana oltre 300 volontari della Protezione civile, del sistema sanitario ANPAS (Pubbliche assistenze) e CRI (Croce rossa italiana), che all’uscita delle discoteche e dei locali di intrattenimento hanno sottoposto i loro frequentatori ad oltre 10.000 test per la verifica del tasso alcolemico prima di mettersi alla guida.

I volontari sono stati costantemente affiancati nel loro lavoro da una o più pattuglie della polizia stradale, con analoghe funzioni di sensibilizzazione e prevenzione.

Nel 2008, l’iniziativa prosegue con la stessa efficacia e continuità: in collaborazione con la Polizia Stradale delle Marche, saranno posti davanti ai locali di intrattenimento i presidi dei volontari di protezione civile, con maggiore visibilità e strutturazione.

Saranno a disposizione, per rilevare il tasso alcolemico, strumentazioni più agevoli, che consentiranno di effettuare fino a 500 prove con un’unica carica di batteria, oltre ai classici test monouso.

Nell’individuazione dei locali pubblici da presidiare, si terrà conto dell’ubicazione più significativa per “impattare” la maggiore affluenza di clienti e per meglio cogliere le nuove tendenze e abitudini delle giovani generazioni.

Parallelamente, sarà applicato il Codice etico di autoregolamentazione per la sicurezza stradale, sottoscritto dai ministri competenti e dalle associazioni, passando per i gestori dei locali e i produttori e distributori di bevande alcoliche.


AOSTASERA.IT

"Vivo di notte": 1200 test per promuovere uso corretto alcool tra i giovani.
Aosta - La campagna promossa da “La Maiuetica” di Roma in collaborazione con la Regione e con i gestori di alcuni locali notturni valdostani, vedrà dal 26 febbraio un camper di fronte ad alcuni locali notturni per dare informazioni e somministrare alcool test.
Punta sulla responsabilizzazione dei ragazzi la nuova campagna contro l’abuso di droghe e alcool che verrà avviata già dalla prossima settimana sul territorio valdostano. “Vivo di notte”, lo slogan dell’iniziativa, vedrà, dal prossimo 26 febbraio, un camper con una equipe di giovani psicologici sostare di fronte ai locali notturni con l’obiettivo di somministrare circa 1200 alcol test e distribuire materiale informativo. Promossa da “La Maiuetica” un istituto di ricerca e formazione di Roma in collaborazione con la Regione e con i gestori di alcuni locali notturni valdostani, l’iniziativa spiegano i responsabili “non vuole demonizzare l’alcool e tanto meno punire i ragazzi che verranno trovati con un tasso di alcool superiore alla legge. Il test che verrà somministrato sarà infatti la scusa per aprire con loro un dialogo, per ascoltarli”. Ai ragazzi che aderiranno all’iniziativa e che risulteranno positivi all’alcool test verrà poi distribuita una bottiglietta d’acqua “come possibile strategia per favorire il recupero dallo stato di ebbrezza”. “Il progetto sperimentato già da due anni nella Regione Lazio con l’obiettivo di prevenire gli incidenti stradali - ha sottolineato la dott.ssa Cappellucci, una delle responsabili dell’iniziativa – è stato salutato positivamente dai gestori dei locali valdostani contrariamente dai loro colleghi laziali”.“Alcool e droghe – ha spiegato Lilly Breuvé, Presidente dell’Associazione valdostana gestori dei locali notturni - sono i due nostri più tremendi nemici.” “Questa iniziativa – ha concluso l’Assessore regionale alla Sanità Antonio Fosson – è un piccolo tassello di una campagna vasta che la Regione sta conducendo contro l’abuso di alcool che, se è vero che da noi non incide in maniera grave sugli incidenti stradali, desta però preoccupazione guardando ai numeri delle persone che ne diventano dipendenti, fra questi sempre più giovani e donne”

Il camper dell’iniziativa “Vivo di Notte” sarà in anteprima, martedì 26 febbraio alle ore 12.30 presso il teatro Giacosa, nell’ambito dei Rendez-vous citoyens.

Di seguito le successive tappe:
Mercoledì 27 febbraio dalle 22 all’Inside di Villeneuve
Venerdì 7 marzo dalle 22 al Jive di Sarre
Sabato 8 marzo dalle 22 al Lobujno di Sarre
Venerdì 14 marzo dalle 22 al Jive di Sarre
Sabato 15 marzo dalle 22 al Fashion di Quart

Commento di Luc Thibault
Se come l’alcol è una droga ci risulta difficile capire, perché si parla di "Alcool e droghe", ci risulta difficile capire come l’Assessore si permette di dire "se è vero che da noi non incide in maniera grave sugli incidenti stradali" per aggiungere dopo "desta però preoccupazione guardando ai numeri delle persone che ne diventano dipendenti, fra questi sempre più giovani e donne”. Infine e conclusione ci risulta difficile capire come si fa a "promuovere un uso corretto alcool tra i giovani".
Per informazione al Signore Assessore: "In Valle d’Aosta il 20% della popolazione beve in modo problematico, il 4%-6% di tutti i decessi registrati nella regione sono dovuti a problematiche alcol correlate, mentre il 2,7% di tutti i ricoveri nell’ospedale di Aosta, cioè circa 500 ricoveri all’anno sono correlati ad una diagnosi di abuso alcolico. Inoltre le ultime ricerche evidenziano che l’età in cui si comincia ad assumere alcol si sta notevolmente abbassando". (da Problemi Alcocorrelati e Servizi in Valle d’Aosta, Maggio 2007. http://www.ausl.vda.it/ elementi/www/pdf/reparti/sert/conferenzastampaalcolismo.pdf
"In Valle d’ Aosta le dipendenze da alcol interessano il 2% della popolazione, quelle da droga una percentuale di poco inferiore, mentre la popolazione a rischio dipendenza raggiunge il 20%. Lo sostiene Lindo Ferrari, direttore del Sert dell’ Usl della Valle d’ Aosta. Durante la presentazione della ’Giornata di informazione sulle droghe’, in programma il 28 giugno in piazza Chanoux ad Aosta per ’sensibilizzare l’opinione pubblica sul potere distruttivo delle droghe e al contempo di responsabilizzare la societa’ affinche’ il benessere dei bambini sia sempre una priorita’’, Ferrari ha osservato: "Il nostro scopo e’ contrastare tutte le dipendenze, compreso l’alcol che e’ il problema prioritario. Innanzitutto occorre aumentare l’ attivita’ di prevenzione, per raggiungere i consumatori di droga e alcol a rischio dipendenza. A costoro bisogna rivolgere l’ attenzione, perche’ quando un tossicodipendente o un alcolista arrivano nelle nostre strutture spesso e’ troppo tardi".
"Un buon metodo per prevenire e’ proprio quello di andare nelle strade, nelle piazze, nelle scuole per avere dei contatti diretti con la gente e con i soggetti a rischio. E per monitorare la situazione costantemente in modo da poter studiare gli interventi da porre in atto". Sul problema e’ intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale della Valle d’ Aosta, Ego Perron: "E’ importante l’ appoggio delle Istituzioni perche’ si tratta di piaghe che affliggono molte persone e altrettante famiglie, una parte importante del tessuto sociale". www.tuttotrading.it/granditemi/alcolismo/060627alcoldipendenza.php


CORRIERE DELLA SERA – FORUM NUTRIZIONE

Cassa di tequila

Caro dottore, non ho fatto in tempo a fermare la cassa di tequila che mi è arrivata direttamente dallo stato messicano del Jalisco. Un mio cliente è originario di lì e voleva farmi un regalo...

A questo punto di buttarla non mi va, qualche bottiglia la regalerò, a proposito posso portargliene una? Ma qualche bottiglia la terrò in casa.

La quantità consentita? Meglio la sera dopo cena, magari aiuta il sonno?

Grazie

D.M.

Ghiselli Giovedì, 21 Febbraio 2008 

Se le tiene in casa male non fanno, se le apre e le beve sicuramente sì. Non esiste una quantità consentita e, grazie per il gentile pensiero, ma non saprei che farmene.


ENOTIME.IT

DOPO IL CASO “LE PARISIEN” IN FRANCIA SI RISCHIA LA VINOFOBIA
Il giornale aveva parlato di Champagne in un articolo senza citare che può danneggiare gravemente la salute
Il quotidiano francese Le Parisien è stato condannato in dicembre al versamento di 5000 euro in favore della Association Nationale de Prévention en Alcoologie et Addictologie. Il giornale aveva pubblicato un dossier sulle caratteristiche dello champagne 2007 presentando tra l’altro alcuni prodotti “il sont bons et pas chers”, ed altri con un superlativo “quatre bouteilles de rêve”. La penalità è stata motivata dall’assenza dell’avvertimento obbligatorio in Francia per gli avvisi pubblicitari: “l’abus d’alcool est dangereux pour la santé”. Ma gli articoli erano avvisi pubblicitari? La stampa ha gridato: “Gare à la vinophobie!”, attenzione alla “vinofobia”, una cosa che per lo champagne a Parigi supera ogni lesa maestà. (*)
L’episodio fa riflettere. Da una parte la penalità inflitta a Le Parisien è paradossalmente giusta: la gradevolezza organolettica dello champagne, come di ogni altro componente della dieta, è per se effetto salutistico, si integra cioè in quella qualità della vita la cui salvaguardia è centrale nel pensiero medico odierno. Da tempo ormai il piacere fisiologico non è peccato, e non a caso tutti i prodotti alimentari hanno ormai assunto un profilo salutistico, siamo arrivati agli omega-tre dell’osso per il cane. Ma per le bevande alcoliche la promozione della salute è rigidamente sconsigliata. Proibizione peraltro ben radicata, se perfino il medico viene sconsigliato dal raccomandare all’astemio l’uso moderato di alcol “per motivo di sola salute” (formula peraltro che trascura l’effetto salutistico della degustazione fisiologica). Stiano in guardia quindi i nostri bravi sommelier, in un’epoca di “armonizzazioni”!
Dall’altra parte, le direttive della Commissione Europea per l’etichettatura degli alimenti sono sempre più complesse e ridondanti, e soprattutto esse sono destinate ad aumentare per l’insaziabilità uniformatrice della burocrazia ecologica. Sacrosanta quindi è, anche da un punto di vista medico, la fuga del mondo vitivinicolo da tali vincoli innaturali ed inefficaci.
Ma riuscirà il vino a far entrare il profilo del proprio valore nutrizionale nelle normative di promozione? Ecco una bella domanda, degna di incontri pluridisciplinari i più autorevoli. L’incontro annuale dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino), a Parigi dal 4 al 7 marzo, prevede discussioni sia su vino e salute che sugli aspetti legali della comunicazione al consumatore. Andremo a sentire delegati ed esperti dei vari Paesi.

di Francesco Orlandi - Fonte FocusWine
(*) Nota: la sentenza che condanna “Le Parisien” è stata emessa il 20 dicembre 2007 dal Tribunal Instance di Parigi, in base ad una legge del 10/9/84.


IL GIORNALE DI VICENZA

CONTROLLI. Vigili urbani in viale Milano
Guidava ubriaco in contromano

Identificati nel quartiere parecchi immigrati Multati due giovani che bevevano a Campo Marzo
Multe, denunce, decreti di espulsione. Sono i primi esiti del controllo straordinario dei vigili urbani che ieri pomeriggio hanno battuto a tappeto la zona di viale Milano, via Firenze, via Torino e via Napoli, spingendosi fino a Campo Marzo: uno dei quartieri caldi della città. La verifica è stata voluta dal sindaco pro tempore Valerio Sorrentino che vi ha partecipato con il comandante della polizia locale Cristiano Rosini.
Durante il blitz, gli agenti hanno fermato un vicentino di 30 anni con un tasso alcolico quasi 4 volte superiore al consentito: con la sua auto era partito dalla stazione ed aveva imboccato un tratto di viale Milano contromano, distruggendo tutti i dissuasori prima di essere bloccato alla rotatoria con corso S. Felice. Gli è stata ritirata la patente ed è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.
La polizia, durante il controllo, ha multato due persone che, dietro il caffè Moresco, in un’area degradata di Campo Marzo, stavano bevendo in violazione dell’ordinanza del sindaco contro l’alcol. Sono state sequestrate loro bottiglie di vino e lattine di birra.
Gli otto agenti impegnati hanno allontanato una decina di persone che bivaccavano ai giardini Salvi, mentre in via Firenze è stato fermato un immigrato senza documenti che è stato accompagnato al comando per pratiche di espulsione dall’Italia. In via Napoli, infine, non è stato trovato nessuno.
«Sono controlli che ripeteremo - ha detto Sorrentino - per dare una risposta alle istanze dei residenti di questa zona dove il degrado deve essere frenato. La lotta alla clandestinità e alle violazioni alle ordinanze è la via per non far peggiorare una situazione già molto pesante».


LA SICILIA

Romeno conficca coltello nella testa del padre 

Floridia. «Sei rincasato, ancora una volta ubriaco. Vai a letto». Il consiglio del padre di 40 anni, operaio rumeno che abita in via IV novembre, civico 8, con la convivente e due figli, Nicolae Sorin Stingaciu di 20 anni, ed un fratello di 14 , è suonata come una offesa. Il giovane rumeno ha raggiunto di scatto la cucina, impugnando un’arma da taglio. Una attrezzo dalla lama lunga e affilata nella parte iniziale e seghettata nella parte finale. E’ rientrato nella stanza dove i familiari stavano seguendo un programma televisivo e con un colpo secco, ha conficcato nel cranio del padre l’arma da taglio. Le urla del poveretto sono state sentite da tutto il vicinato.

Le persone accorse hanno visto Stingaciu padre, sul pavimento, con l’arma da taglio conficcata in testa. All’arrivo dei carabinieri della locale tenenza, il ferito con un’autolettiga del 118 era già stato soccorso per essere avviato all’ospedale di Siracusa, per le prime cure, successivamente sarà condotto alla clinica Villa Azzurra, dove i neurochirurghi lo hanno sottoposto ad un lungo intervento operatorio per estrargli la lama, penetrata per circa 10 centimetri, dalla testa. Nicolae Sorin si è presentato ai carabinieri della tenenza: è stato sottoposto a fermo perché indiziato di tentato omicidio in danno del padre. Le condizione del ferito, permangono molto gravi.

Saretto Leotta


ADNKRONOS

REGGIO EMILIA: COLPISCE CON SPRANGA IL FRATELLO CHE MALTRATTAVA I GENITORI
Reggio Emilia, 21 feb. - (Adnkronos) - Stanco di assistere ai soprusi del fratello ventenne ubriaco contro i genitori un 16enne della Val d’Enza reggiana ha impugnato una spranga e l’ha colpito piu’ volte causandogli lesioni giudicate guaribili in tre settimane. Per questo il giovane e’ stato denunciato dai carabinieri della stazione di Castelnovo Sotto per lesioni aggravate ai danni del fratello che e’ dovuto ricorrere alle cure dei sanitari dell’Arcispedale di Reggio Emilia.


IL GAZZETTINO

IL PROCESSO 
Ubriaco picchia la famiglia Patteggia 8 mesi

Ha patteggiato otto mesi Joseph Nwaokolobia, il nigeriano che un mese fa era stato arrestato, poi scarcerato dopo un paio di giorni, per maltrattamenti alla moglie e figli. L’extracomunitario, operaio di 36 anni regolarmente residente in un’abitazione in via don Aser Porta 11 a Sant’Apollinare, la sera del 4 gennaio era tornato a casa ubriaco e aveva appunto iniziato a picchiare moglie e figli di 7 e 2 anni, e 3 mesi. Era stato uno di questi a chiamare il 113 per dire che il padre stava picchiando la mamma, tutto confermato al telefono da quest’ultima pochi istanti dopo. Quando la Volante era intervenuta, l’uomo aveva aggredito anche i poliziotti, fino a cercare di colpire di nuovo i familiari anche in presenza degli agenti, fino a provare a ferirsi battendo la testa contro il muro. Le manette erano scattate, così, per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e maltrattamenti in famiglia.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Dopo il risarcimento al padre della vittima, l’imputato patteggia 

Studentessa morta, un anno

AVIANO

Prima del processo celebrato ieri e al termine del quale l’aviere statunitense Michael Ryan Hayden, 28 anni, ha chiesto e ottenuto di patteggiare la pena per omicidio colposo e per guida in stato d’ebbrezza, c’era stata un’aspra battaglia tra il Governo degli Stati Uniti e quello dell’Italia. Per due volte l’amministrazione Bush aveva chiesto di esercitare la giurisdizione e così processare l’aviere per omicidio colposo. Il Ministero di Grazia e Giustizia italiano ha invece esercitato la propria potestà primaria e così Hayden è sfilato davanti al giudice dell’udienza preliminare italiano Patrizia Botteri.

In precedenza erano state risolte le questioni di natura civilistica. L’assicurazione dell’aviere aveva infatti risarcito il padre e gli altri familiari della vittima, che non si sono così costituiti parte civile nel procedimento penale. Risarcite anche le altre persone rimaste ferite gravemente nello schianto che costo la vita alla studentessa italo-statunitense Vanessa Rita Russo, di 18 anni.

Esaminati i documenti processuali e visto l’accordo tra l’avvocato difensore Luca Colombaro e il pm Piera De Stefani, il giudice Botteri ha disposto il patteggiamento ad un anno di reclusione per Haydem in relazione all’accusa di omicidio colposo. L’aviere ha invece concordato 12 giorni d’arresto, convertiti in 456 euro di ammenda, e 450 euro d’ammenda per la guida in stato d’ebbrezza.

Il 6 gennaio 2006 Hayden - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - finì fuori strada ad Aviano, perché annebbiato dall’alcol, mentre si trovava al volante della propria Bmw sulla quale, oltre a Vanessa Rita Russo, c’erano altri due amici (un rimase in prognosi riservata per giorni, mentre l’altro riportò ferite più lievi). Gli venne così contestato l’omicidio colposo perché - per l’accusa - per negligenza causò l’incidente nel quale perse la vita la giovane amica.

Roberto Ortolan


IL GAZZETTINO (Treviso)

Alcol e vaccino, un cocktail mortale 

Scarcerato il ventenne che ha ucciso Eugenia Breda Merlo, ma ha l’obbligo di presentarsi ai Cc

Breda di Piave

Alessandro Zaniol è andato a casa libero dagli arresti, con l’obbligo di presentarsi a firmare ogni giorno dai Carabinieri di Roncade. È la decisione che ha preso il Gip Valeria Castagna dopo aver sentito ieri il giovane, accusato di essere l’automobilista pirata che domenica nel primo pomeriggio ha travolto e ucciso la sessantacinquenne Eugenia Breda, vedova Merlo. La donna rientrava a casa dopo essere stata in cimitero; era in bici e agli arresti lo aveva messo il Pm Iuri De Biasi, dopo aver saputo che Zaniol era ubriaco mentre si trovava alla guida dell’auto che ha travolto la poveretta. Il Pm aveva saputo dai Carabinieri che Zaniol era in stato di forte alterazione alcolica ancora verso le 20, quando venne accompagnato al pronto soccorso per gli accertamenti; il ventenne era apparso ai Carabinieri in stato di alterazione anche psicomotoria, che non si spiegava dopo tante ore solo con l’aver bevuto. Il giovane, sentito ieri mattina dal giudice Castagna, ha detto in realtà di non ricordarsi nulla, dall’investimento. Era andato a pranzo con tre amici, avevano bevuto, anche prima del pranzo; poi si era messo al volante e poi deve aver detto ai suoi che doveva aver sbattuto contro un palo, ma al momento di non ricordare nemmeno questo. Ha anche aggiunto che la mattina stessa era andato a fare la vaccinazione contro la meningite, e forse l’interazione tra il vaccino, lo stato nervoso che comunque questo comportava e l’alcol assunto avrebbero potuto essere tutte concause della perdita di cognizione.

Alessandro Zaniol è stato individuato dai carabinieri dopo nemmeno un’ora dall’incidente avvenuto intorno alle 15.30: con il corpo della povera signora nel fossato e la bicicletta riversa sul ciglio a bordo strada, c’erano pezzi della Fiat Punto cabrio di color giallo, facile da rintracciare. Quando i carabinieri si sono recati a casa dello Zaniol e hanno visto l’auto parcheggiata hanno anche visto subito che era danneggiata; il giovane non aveva fatto nulla per nascondere il mezzo, del resto Zaniol ha detto ieri che non ricordava nulla e credeva di aver sbattuto contro un palo. Sarà il dottor Furlanetto, incaricato dell’autopsia, a dire alla Procura esattamente cosa ha ucciso la signora e che traumi complessivi abbia subito nell’impatto.


IL TIRRENO

Venerdì, 22 Febbraio 2008
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